alfredo santella




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Abito il tempo più che lo spazio, per me un territorio vale l’altro ed il sociale mi garba poco se non interagisce con la bellezza dei giorni speciali. In Sudamerica il raggio verde non inganna sulla qualità delle persone. Julio Verne ha ragione.

GIORNATA PARTICOLARE semplicemente guardando dalla finestra e avere la sensazione di lavorare a qualcosa di stupefacente.

Una volta l’anno nel quartiere di Piask a Varsavia c’e’ una festa in cui i ricchi si fanno coscienziosamente svuotare il portafoglio dai ladri di quell’antico e famoso quartiere della città.

Particolare fu il giorno in cui marinai la scuola per la prima volta infilandomi in una sala da biliardo. Mi batterono le tempie per tutto il tempo, poi, reiterandomi cominciai ad annoiarmi inverosimilmente e a ripreferire la scuola.

Nonostante l’eccezionalità dell’evento Il giorno della prima comunione, inv...
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L’ opera di Alfredo Santella, calligrafica a volte, appartiene alla corrente lirica e romantica dell’astrattismo come proiezione dell’interiorità e dell’immaginazione, che trova nella costruzione geometrica più pura la modalità di espressione del senso cosmico.
 
Prof. Emiliano Splendore
Sulmona(AQ) - 2008

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Viaggio dentro le giornate di un pittore

Il concetto è filosofia, femminismo, psicanalisi, pensiero in genere, un idea sulla cucina, sul cinema o sulla politica.
L’artista concettuale come creatore di idee piuttosto che di oggetti trasforma i tradizionali ruoli dell’artista e dell’opera d’arte con tutto ciò che ne consegue, dal commercio di essa alla conservazione.
L’idea come elemento che determina, più del materializzarsi di essa nello spazio tramite un eseguire.
Nel ’36 Benjamin teorizza, in L’opera d’arte nell’era della sua riproducibilità tecnica, la perdita di quell’aura di unicità che fino allora aveva contraddistinto l’espressione artistica, mentre Marcel Duchamp, già due decenni prima, tra biciclette e gabinetti rivoltati regalava addirittura la soglia principale all’Arte di estrarre il quotidiano dal suo ruolo ricorrente e, demiurgo, elevarlo di rango. Fece infatti il bibliotecario per tutta la vita, la sua Arte fu quasi per intero energia ed esercizio del puro pensiero, un apparente sacrificio dell’idea, quasi paura di contaminarla agendo, unica concessione al fare: il gioco degli scacchi.
Andy Warhol comunicava se stesso, trasformandosi in industria, riducendo al minimo l’intervento emotivo e materiale dell’atto creativo.
C’e’ chi, moitiè moitiè, attibuisce ad ogni processo creativo la relativa importanza ed è proprio l’interazione tra di essi, tra idea e costruzione, a risolvere l’incastro.

Il pittore Alfredo Santella, non si occupa di concettualità fine a se stessa, ma di edificazione della bellezza ed anche il messaggio sociale, quando necessita, passa comunque attraverso di essa, che sia la levità di acque colorate, dell’olio cantato tra geometrie sottili e cose lievitate o il vaudeville magico ed irreale dell’immondezza manipolata.
Linguaggi diversi, maturi nel loro incessante divenire, a volte combinati insieme.
Come un cerusico cura le idee che si ammalano viaggiando dalle sedi neuroniche dell’emozione al manifestarsi concreto attraverso il realizzare (n.d.r.).
La sua sensibilità, verso il mondo e le cose che accadono, ci porta in una dimensione di guardando le fotografie, intese come lunga vita di un momento, che sia il passato, o l’intuizione ventura, anima di un corpo che non esiste più se non in quello sguardo che lui stesso insinua nelle sue opere.
Ludus Est Nobis Constanter Industria: L’importanza di giocare con la vita, continuare ad esistere nel sogno, divertente ed estenuante, di renderla pulchra attraverso il lavoro e il comportamento.
Eccome se sa giocare questo “giovane” pittore, riconoscendosi appieno nell’Arte tout court.
Il percorso, attraverso l’evento, da me curato in queste righe, è la possibilità di entrare nel suo giardino delle delizie, attraverso materie grasse e sottili spessori, grafie virtuali, suoni, da lui stesso realizzati e videoframes che offriranno tempo e modo per gioie inutili e per riflettere, chi vuole.
Questo il cammino dei suoi pensieri, PUBBLICHE RELAZIONI, paradossale, segreto diario che racconta la schiettezza di un pensiero, la purezza nell’esibirlo e la sfacciataggine che occorre allo sguardo per realizzare e mostrare le cose per cio che sono, prendendo a prestito storielle vagabonde, un momento storico o la citazione di un artista, rimanendo sempre e comunque connesso al dipingere come prospettiva portante.
«Piero Manzoni, uno dei miei riferimenti più amati…» riferisce il pittore, «la merda d’artista l’ha chiusa in scatola, io al contrario la mostro in tutta la sua fragrante evidenza.»
Ne Il ratto di Etruria, del 1991, un opera qui presente, l’abile arte del corpo da rifiuto si fa immagine, coprofania, elemento indispensabile nel riciclo universale della materia che la vita stessa traduce in linguaggio artistico nel caso presente.

Dipingere per raccontare la scoperta di un sentiero, anni fa, dapprima avventura incosciente attraverso il tragico incantesimo dell’artista maledetto e sofferente, inevitabile e sincera iconografia di un limbo per iniziati, poi la scoperta del ludere, divertirsi lavorando ed in seguito la seria documentazione ed il volenteroso apprendistato.
Il viaggiare in un certo modo, da antico pellegrino, oggi attuabile solo per vite estreme, entra nel suo esprimersi insieme a tutto il resto, in un meccanismo ormai innescato, che vive di propria energia oltre che di interazione con le circostanze e che non puo piu fermarsi. «Il cervello è nomade » come egli stesso afferma.
Il ritrovare la musica, lungo la via, accorgersi di non averla mai persa, il raccontare per iscritto, ultimo approdo di un linguaggio che unisce ed al tempo stesso separa gli altri elementi, portano, comunque, all’origine il segno caratteristico della volontà di comunicare con ogni insinuazione ascoltata nel vento, cercata nell’esperienza o trovata nel caso.
Convince appieno questo artista che poeta crude visioni e tramonti messicani, masticando bambole logore dal tempo e scarpe vecchie, pixels for inch e penne bic, siringhe colorate e...la semplice convinzione che due colori stanno bene insieme anche senza motivo, soprattutto per chi crede di non averne bisogno.
L’evento, inoltre, contiene una installazione video, realizzata in collaborazione con Federico Benassi, musiche del Flarry Meta project. e fotografie di Mara Mills, che in interazione con Qaddish, opera MAIA realizzata nel 2004 dall’ artista, costituisce occasione di riflettere sulla inutilità della violenza, non soltanto nei giorni della memoria.
 
Anna Leombruno
Pratola Peligna(AQ) - 2008

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Abbiamo ospitato con entusiasmo, nelle sale di Palazzo Santoro Colella a Pratola Peligna (AQ) la mostra di Alfredo Santella. Questo spazio, nelle nostre intenzioni, deve divenire un luogo di riferimento per l’Arte, una sorta di terra di nessuno necessaria per modulare e realizzare progetti ed ossessioni. E quale migliore occasione di questa: Alfredo  porta a Pratola una tappa del suo viaggio iniziato proprio da qui, terra dei suoi avi e proseguito in terre lontane ed affascinanti.
Un viaggio, il suo, vissuto nella cultura dell’emozione, nell’impeto della comunicazione, libero da inibizioni e formalismi.
Un viaggiare da antico pellegrino perché come egli stesso ama dire il cervello è nomade. Un cammino attraverso personaggi, luoghi, idee e pulsioni proposte in letture diverse da quelle tradizionali, poiché, in quell’insidioso e affascinante viaggio che è la vita, tutto scorre, panta rei e dunque tutto deve essere continuamente messo in discussione…per fortuna.
 
Antonio De Crescentiis & Massimo Antonucci
Pratola Peligna (AQ) - 2008

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