alfredo santella




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Abito il tempo più che lo spazio, per me un territorio vale l’altro ed il sociale mi garba poco se non interagisce con la bellezza dei giorni speciali. In Sudamerica il raggio verde non inganna sulla qualità delle persone. Julio Verne ha ragione.

GIORNATA PARTICOLARE semplicemente guardando dalla finestra e avere la sensazione di lavorare a qualcosa di stupefacente.

Una volta l’anno nel quartiere di Piask a Varsavia c’e’ una festa in cui i ricchi si fanno coscienziosamente svuotare il portafoglio dai ladri di quell’antico e famoso quartiere della città.

Particolare fu il giorno in cui marinai la scuola per la prima volta infilandomi in una sala da biliardo. Mi batterono le tempie per tutto il tempo, poi, reiterandomi cominciai ad annoiarmi inverosimilmente e a ripreferire la scuola.

Nonostante l’eccezionalità dell’evento Il giorno della prima comunione, inv...
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Nelle opere di Alfredo Santella il sole non tramonta mai, si entra nell’eternità della memoria dove il tempo non esiste e vive solo il presente.
il rubinetto col portasapone de Quello strano signore che vive in fondo a via Magritte e’ per me un viaggio che mi riporta al vecchio bagno di un cosiddetto 4 stelle della Caracas dei ’50 dove per avere l’acqua si doveva azionare una pompa della cisterna sul terrazzo che raccoglieva l’acqua piovana.
Quadri come racconti da leggere, da ascoltare.
Proseguo, attento, fra questo narrare di olii rasati, carte strappate e ricomposte, plastiche bruciate e muri screpolati e fra le logore scarpe di Qaddish avverto la sofferenza estrema dell’ essere umano, torturato e seviziato nei campi di sterminio. Le ferite ormai sono chiuse ma i solchi rimangono.
Grazie Maestro Santella.
 
Donato Leombruno
Sulmona(AQ) - 2008

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ARTISTI COMPATIBILI

Materiale
biologico ed etereo
nel freddo siderale
fuoco di vita in convivio
per un gesto d’amore verso
essa stessa.

Il piacere effimero del superfluo alimento
è condito dai suoni di fisarmonica e
dai suoni trabordanti recuperati dal
Flarry Meta project in stile MAIA,
rielaborati da Bacco il liutaio
nel meccanismo della cucina gaster nomos
di Ezio Centini ed i ragazzi del
giogo perpetuo.

Le mie emozioni diradano
digredendo nella palude digestiva
artefice di una cucina sovrastrutturale
oste della compiacenza lo stesso
inespresso architetto prigioniero
della sola logica dei consumi
officiante la cucina del contesto
nei difformi reperti alimentari
nell’etere degli invisibili incroci
di fatti e materiali.
 
Ezio Centini per Alfredo Santella - Serata AIDO
Teramo - 2008

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UNA RACCOLTA D’ARTE DIFFERENZIATA: Alfredo Santella

Eternare il ricordo nel suo lavoro, spargendo segni come semi di un sacrificio perpetuo ed itinerante, liberando l’improvvisazione della memoria nella memoria. Un filtro per ricomporre, riassemblare il contenuto di sacchi neri, crudezza estatica di culle d’immondizia . un filtro anche per sublimarne la bellezza.
Straordinaria varianza segnica, tratto labirintico, appare facile smarrirsi ad un primo occhio, tra pigmenti sparsi su supporti occasionali, materiali improvvisati dal caos adagiato ovunque nell’atelier. Nelle sue opere si passa da spessori vertiginosi i cui centimetri riportano ai chilometri dell’artista in viaggio, alla totale assenza della terza dimensione, divenuta ironica eco in piatte sculture disegnate su carta, con una bic nera o rossa.
Opera cangiante la sua, dove il ritaglio personale attraversa lo spettro tangibile in tutte le sue possibilità. Eppure l’artista non prende su di sé tutto il merito dell’atto creante, ma ne condivide l’azione con la Natura, artefice quanto l’uomo del processo di riciclo dei segni vitali. Cosi’ carcasse animali, escrementi essiccati, scarpe morte e mummificate dagli agenti atmosferici, e rifiuti d’ogni sorta e forza diventano segnali attraverso cui leggere più storie, persino riverberi del Beuys degli anni sessanta. L’analogia risiede nel medesimo ed intimo modo di considerare gli elementi poveri e naturali come simboli dei processi vitali e dotati di cariche energetiche. L’opera pertanto si fa guida di un percorso quotidiano, in cui l’artista è uomo e sciamano, discepolo e maestro,condannato e carnefice, comunque figlio "politico" della società.
M.A.I.A. ( Manipolazione Artistica d’Immondezza Astratta, come l’artista definisce un aspetto della sua opera), nel suo narrare non è mera esibizione del materiale di risulta o dimostrazione della circolarita’ del riciclo, ne soltanto l’ espressione personale ed organica dell’individualità dell’artista, …e’ Poesia, intima ed urlata, offerta sociale per il riscatto dalla crudeltà umana. In questo senso Kaddish (2004) e’ opera chiave, esplicito riferimento alla SHOAH, toccante monumento di fronte al quale chiudendo gli occhi per un attimo, suona lo scalpiccio dei passi veloci dei prigionieri nei campi di sterminio , luoghi di una tragedia immensa che purtroppo ancor oggi non smette di ispirare epigoni a qualsiasi latitudine. Come egli stesso afferma quest’opera parla a chiunque vi si riconosca ,senza classificare etnie e coscienze. Il suono è una presenza costante nelle opere di Alfredo Santella come evidenzia il videodocumento realizzato su di lui dal regista Claudio Del Signore nel 2004. Fra i suoi quadri è facile sentire musici girovaghi che accordano gli strumenti percorrendo strade messicane, ideali colline di Venere, vie di olio pettinato, le cui curve sono strette ed accoglienti come cavità femminili, e ancora udire lingue animali prima che tacciano per sempre Tutto il percorso e’ musica, è suono. Alfredo Santella accordeonista vagante, originale giocoliere di sonorità elettroniche alias  F.M.P. ( Flarry Meta Project ), in realta’ vero e proprio fantasista, delizioso ed intelligente arrangiatore di segni caleidoscopici in ritmo di danza senza tempo. Il suo creare e’ rito propiziatorio, e’ ballo sensuale, interscambio fra suoni ed immagini fatte di tratti, di spessori, di forme rappresentate in un concerto di energie il cui manifestarsi,talvolta ricorda john Cage.
 
Elisa Calò­
Roma - 2006

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